Tu chiamala se vuoi schiscetta

Veruska Anconitano - La cuochina sopraffina

 

Veruska Anconitano - La cuochina sopraffina

A casa mia, e dalle parti mie, quando ero piccola la sera si preparava il pranzo per il giorno dopo e lo si metteva dentro le caccavelle di alluminio o dentro i thermos la mattina stessa, se dovevano rimanere caldi. La ciotola dove si metteva il pranzo, di chi lavorava ma anche dei bambini che andavano a scuola o all’asilo e non avevano la mensa, si chiamava portapranzo e tutto era tranne che fashion e cool.

Oggi il vecchio portapranzo degli operai di 20 anni fa, quello di cui parla pure Erri De Luca, non esiste più nè nella forma nè nella sostanza, sostituito da un termine molto più cool e anche moderno: schiscetta.

Che a ben guardare è un termine dialettale ma che oggi è diventato di utilizzo talmente comune che è uscito dai confini geografici del Nord d’Italia e tutti lo utilizzano indistintamente; e se la schiscetta una volta era proprio il famoso contenitore in metallo con il coperchio, oggi è invece altro. Un contenitore, sì, ma che deve essere colorato, di tendenza e, in buona sostanza, essere bello.

Perché quello che prima era un vero e proprio oggetto operaio, il baluardo di una generazione che sembra ormai lontana, oggi è diventato un modo di essere e un modo di fare, un vero e proprio feticcio dell’uomo e della donna moderni che in questo modo vogliono dimostrare al mondo:

a. che sanno cucinare e che non cedono ai richiami del baretto sotto l’ufficio;

b. che sono attenti al portafogli;

c. che sono attenti all’ambiente visto che non usano contenitori usa e getta.

Oggi la schiscetta la chiami bento se vuoi essere internazionale e allora arrivi fino in Estremo Oriente (via Web se non puoi andarci fisicamente!) per acquistare i contenitori con sopra i manga, quelli con più scomparti così le cose non si mischiano, quelli che si riscaldano con la sola forza delle mani, quelli che si raffreddano solo guardandoli, quelli con la cover intercambiabile come i cellulari così li puoi abbinare al vestito della giornata, quelli in edizione limitata, quelli ipertecnologici connessi via USB al computer e via cantando.

La chiami lunch box se vuoi sentirti inglese o americano e pensarti alla tua scrivania, tu stacanovista dei giorni nostri, impegnato a salvare il mondo e impossibilitato ad alzarti dalla sedia, fosse anche solo per la pausa pranzo; tu, che magari di lavoro fai il social media qualcosa e pensi che se ti alzi per andare a pranzo Facebook morirà e Twitter imploderà perché sentirà la tua mancanza.

Se sei davvero avanti la chiami schichic e non c’è bisogno che io ti spieghi il motivo, vero?

Guai a chiamarla portapranzo, anche se sei del profondo Sud anzi soprattutto se sei del profondo Sud perché la schiscetta/bento box/lunch box è ormai così trendy e di moda che relegarlo al rango di semplice pausa pranzo non funziona più e, soprattutto, non è social.

Se decidi di chiamarla semplicemente schiscetta le attribuisci un significato molto più ampio e gastronomicamente accattivante: è quella cosa dove non butti dentro gli avanzi della sera prima ma che prepari con cura cercando di rendere meno pesante la pausa pranzo in ufficio. Decidi in anticipo cosa preparare, lo sistemi in maniera accurata nel tuo contenitore, ti porti dietro i condimenti più disparati per rendere il pranzo ancora migliore. Insomma, fai del tuo meglio per trasformare quella che un tempo era un’abitudine dettata dal bisogno in una nuova forma di moda, nonostante la crisi economica e la voglia di mangiare meglio abbiano giocato un grande ruolo in questo ritorno in grande spolvero della pausa pranzo homemade.

Perché se si è evoluto il concetto di pranzo in ufficio si è evoluto anche il contenuto del pranzo stesso: guai a presentarsi in ufficio con la lasagna o la frittata di pasta né tantomeno scendere al bar e comprare un tramezzino tonno, carciofini e maionese. Il trend vuole, e questo non può che essere un bene, la preparazione di piatti sani ed equilibrati che non solo non appesantiscano ma che garantiscano uguale apporto di frutta e verdura, carboidrati e proteine.

Vi sembra difficile? In effetti facile non è, specie se pensiamo che la schiscetta sempre un portapranzo è e prevede che si trovi il tempo, la sera prima o ancora meglio la mattina prima di uscire di casa, di mettersi ai fornelli e cucinare.

Però volete mettere la soddisfazione di arrivare in ufficio, aspettare con trepidazione le 13, tirare fuori il fantastico contenitore con il pranzo proveniente da uno sconosciutissimo paese del Giappone dove ancora parlano ryukyu magari coordinato con le posate e i tovaglioli, aprirlo e destare sospetto tra i presenti con la vostra insalata di pastinaca, quinoa e rapa rossa? Se invece è un panino, deve essere un panino gourmet mica pane e mortadella come quando eravamo bambini!

Perché non c’è soddisfazione migliore di quelle che può darci il cibo... se poi è fashion nessuno sembra potergli resistere! Sembra, appunto...

è opportuno seguire una dieta variata ed un corretto stile di vita